Regie/Inszenierungen

“Hamletmaschine”, Heiner Müller, (1984, Erlangen)
“Komödie ohne Titel”, F.G.Lorca, (1986, Erlangen)
“Sardanapal”, Lord Byron, (1988, Berlin)
“Quelli che restano”, Paolo Musio, (1992, Roma)
“Uomo=Uomo”, Bertolt Brecht, (1994, Roma)
“L´Affaire Ubu”, Alfred Jarry, (1995, Roma)
“La Rana”, Herbert Achternbusch, (1995, Roma)
“La morte di Danton”, Georg Büchner, (1996, Roma)
“Passati Cinque Anni”, F.G.Lorca, (1996, Roma)
“Nord”, da testi di Heiner Müller, (1996, Roma)
“L´Ultimo Ospite”, Herbert Achternbusch, (1997, Brescia)
“Paria”, August Strindberg, (1997, Torino/Roma)
“Love´s Labour´s Lost”, W. Shakespeare, (1998, Roma)
“Truculentus”, M.T.Plautus, (1998, Roma)
“Sovrappeso, insignificante:Informe”, W.Schwab, (1999,Roma)
“Nihil”/”OCE”, G.Cervo/R.Schimmelpfennig, (1999,Viterbo)
“Il dio Kurt”, Alberto Moravia, (2000, Roma)
“L´Addio”, Elfriede Jelinek, (2001, Roma)
“Il Firmamento”, Antonio Moresco, (2001, Roma)
“Amore Mio Infinito”, Aldo Nove, (2002, Milano)
“Dialogo”, Natalia Ginzburg, (2003, Roma)
“Materiali per una tragedia tedesca”, Antonio Tarantino, (2004, Napoli)
“Dulce Est”, Herbert Achternbusch, (2005, Lecce)
“Il mistero nel mezzo di una vita ordinaria”, Don De Lillo, (2005, Lecce)
“Drammi di principesse I-III”, Elfriede Jelinek, (2005, Roma)
“Jackie”, Elfriede Jelinek, (2005, Cividale)
“Bocca di cowboy”, Sam Shepard, (2006, Roma)
“Renata”, Paolo Musio, (2007, Roma)
“Tra un´ora e dodici minuti”, Lars Norén, (2008, Lecce)
“W L´Anarchia”, Rainer Werner Fassbinder, (2009, Lecce)
“Trattato di pace”, Antonio Tarantino, (2010, Bari)
“Il quartiere delle fate”, Magda Barile, (2011, Lecce)
“Kaspar”, Peter Handke, (2014, Roma)
“Materialien für eine deutsche Tragödie”, Antonio Tarantino, (2015, Berlin)

TUTTO ESAURITO! Drammi di principesse: Biancaneve, di Elfriede Jelinek

04/11/2014

slcontent

Drammi di principesse . La morte e la fanciulla.
primo episodio: Biancaneve
di Elfride Jelinek
con Carla Chiarelli e Fabrizio Parenti
traduzione regia di Werner Waas

I “Drammi di principesse“, che compongono il ciclo “La Morte e la Fanciulla I-V” (di cui abbiamo realizzato nel 2005 e riproponiamo i primi tre episodi) sono “dialoghi” di una donna con la morte, rappresentata dall’uomo (la morte in tedesco è maschile) che sta anche per il potere che viene invece negato alle donne, e quando queste pensano di acciuffarlo si rivela essere un sogno. Le principesse sono solo “la schiuma sui sogni altrui” (E.J.)
Sono testi intimi, testi dal regno dei morti, quasi tutti i personaggi sono morti o stanno per esserlo. Il nostro lavoro consisteva nel trovare un modo per rendere ascoltabile tutto questo alla radio. Abbiamo deciso di diversificare molto i tre testi, cercando una certa freschezza sia nella recitazione sia nell’invenzione sonora. In “Biancaneve” si alterna un interno molto realistico, da camera dei bambini, ad un esterno da fiaba, creando due mondi paralleli che si compenetrano strada facendo generando interferenze fino all’assassinio di Biancaneve nel salotto di casa. Ne “La Bella Addormentata” si passa da atmosfere da spiaggia ad un progressivo aumento di suoni umorali e leggermente osceni fino ad un amplesso nel pollaio ‘Austria’ con crollo della siepe e successivo spot pubblicitario. In “Rosamunda” infine si parte da un atmosfera da sogno cinematografico, che diventa una sorta di soap opera dell’orrore, che finisce a sua volta risucchiata dentro un’astronave dalla destinazione ignota.
Werner Waas

Il teatro di Elfriede Jelinek ( Premio Nobel per la Letteratura 2004) sembra oltrepassare per radicalismo espressivo tutto ciò che la drammaturgia del secondo Novecento ha pure offerto in termini di sperimentazione linguistica, dalla asimmetria dei dialoghi di Beckett alla riduzione monologica dei lavori di Thomas Bernhard. Protagonista assoluto qui è solo il linguaggio.Con il titolo programmatico “La morte e la fanciulla” la scrittrice austriaca (nata a Mürzzuschlag / Steiermark nell’ottobre del 1946) completò nel 2002 il ciclo dei “Drammi di principesse”, o meglio “drammoletti”, perché “le principesse non meritano un dramma”(E.J.), citando sì la composizione di Franz Schubert, ma introducendo anche un motivo tutto suo: il miserabile fallimento della donna nel e per il mondo maschile. Werner Waas, artista tedesco che da anni opera in Italia, tra i fondatori nei primi anni 90 della compagnia QUELLICHERESTANO, ha già portato in scena nel 2001 un testo della Jelinek, L’addio, interpretato da Fabrizio Parenti, uno degli attori fissi della Compagnia. In questa produzione radiofonica si aggiunge anche Carla Chiarelli, attrice di grande talento e sensibilità, che ha collaborato più volte con Waas in diversi spettacoli, quasi tutti di autori contemporanei e principalmente di lingua tedesca (da Herbert Achternbusch, a Werner Schwab, a Roland Schimmelpfennig).

http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-01625693-e3e1-450e-8072-39d65af42073.html